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NuovoCapo E.D.
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Alle otto di sera il cielo milanese è pieno di nuovoloni neri e bassi. L'aria è elettrica e ogni tanto vien giù qualche goccia di pioggia, sembra che si stia preparando il diluvio. Chiamo Durf al telefono, la risposta è netta: "se uscissimo in sidecar con questo tempo saremmo poprio due pirla!" Perfetto, era quel che volevo sentire... dopo un quarto stiamo già "sfrecciando" in tangenziale sul filo dei 90 all'ora e arriviamo in birreria senza neanche dover mettere le tute antipioggia.
Mentre mangiamo e beviamo in compagnia la pioggia aumenta, con qualche scroscio torrenziale. Poco dopo mezzanotte - dopo l'ultimo bicchierino - ci intutiamo, salutiamo la compagnia e ripartiamo verso la provicia del sudovest milanese. Dopo tre ore sotto l'acqua ho qualche timore per l'impianto elettrico del Dnepr, ma sono seghe mentali inutili: la rossa sovietica parte al primo calcio e il motore borbotta perfettamente come sempre. Niente tangenziale, ci facciamo la città e seguiamo il naviglio. La pioggia sul viso pizzica un po' e Durf davanti a me solleva onde passando sulle pozzanghere più grosse... Che bello! La musica del vecchio bicilindrico è la colonna sonora perfetta, il momento è magico, avrei voglia di cantare... sì, a volte si è felici senza che accada chissà cosa, ci si ritrova all'interno dell'attimo magico e i perché e i percome perdono ogni importanza: sono felice di essere lì, su tre ruote, a dividere razioni di pioggia con il mio amico là davanti. Non vorrei essere da nessuna altra parte, l'unico dispiacere è che dopo poco più di un quarto d'ora sono già a casa.
Dopo aver chiuso il rubinetto della benzina passo la mano sul serbatoio del Dnepr: sì, è una carezza, ma fatta quasi di nascosto, come se qualcuno potesse vedermi e prendermi in giro.
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